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Astronomo, sommelier, appassionato di montagna e di videogames, quando posso mi diverto a parlare e discutere di politica.

"Caminante, no hay camino, se hace camino al andar"

sabato 13 aprile 2013

La relazione dei 10 saggi e' il riassunto della loro Italia

I dieci saggi hanno parlato. Erano stati scelti da Napolitano con il chiaro intento di trovare "due gruppi ristretti di personalita' " che avrebbero avuto il compito di aiutarlo su temi istituzionali ed economico-sociali, con "precise proposte programmatiche oggetto di condivisione". La spiccata assenza di moralita' dei dieci saggi e' oggetto noto e gia' discusso in diversi articoli (per esempio basta leggere questa scheda approfondita del Fatto Quotidiano . E non sconcerta, di conseguenza, la "caduta di stile" del saggio Onida in diretta alla Zanzara, dove ha involontariamente espresso il parere di buona parte degli Italiani: "i saggi sono inutili, servono a coprire lo stallo". La cosa che sconcerta e' il resoconto cui sono giunti dopo 10 giorni di lavoro. La "road-map" che dovrebbe permettere al paese di uscire dallo stallo, di tornare competitivo, e di giungere a riforme condivise. Ci si aspettava, dai saggi, poche, chiare "proposte-choc" di berlusconiana memoria che potessero dare un nuovo volto e un nuovo respiro all'Italia. I saggi invece sfoderano due documenti di 53 e 29 pagine, in suggerimenti di materia economica e istituzionale rispettivamente. E suggeriscono un connubio di banalita' e pochezza programmatica umiliante per il ruolo loro affidato, ma forse rappresentativo della bassezza politico-culturale dei nostri giorni. Per esempio, in tema di lavoro si legge nella relazione finale "La principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare e' quella del lavoro e della conseguente crescita della poverta' " e "la via maestra per affrontarla e' "lo sviluppo equo e sostenibile".  Oppure 'risolvere la grave questione dei cosiddetti "esodati" '. E la cosa piu' sconcertante a mio avviso e' che io contenuto di quest documenti  (scaricabili per gli interessati a questo indirizzo)  e' un insieme di condizionali (si potrebbe, sarebbe opportuno...) con cui non si formula nessuna proposta concreta. La legge elettorale e' forse il miglior esempio dello sciempio di questo conclave di saggi: " Le soluzioni possono essere piu' d'una, purche' garantiscano la scelta degli eletti da parte dei cittadini e favoriscano la costituzione di una maggioranza di governo attraverso il voto. Il Gruppo di lavoro intende precisare che con l'attuale bicameralismo paritario nessun sistema elettorale garantisce automaticamente la formazione di una maggioranza nell urne in entrambi i rami del Parlamento". Ancora una volta, i saggi confermano quanto gia' sapevamo. Questo conclave ha banalmente redatto un libro di storia. La fotografia dell'Italia degli ultimi 15 anni, dei suoi problemi e delle sue incapacita'. Peraltro compito piuttosto facile per loro che, ricordiamolo sempre, sono i principali artefici con i loro colleghi del tracollo dell'Italia da loro adeguatamente descritto in questi saggi riassunti. Dove sta quel contributo che solo un saggio e' in grado di dare in momenti di difficolta'? Dove stanno le proposte programmatiche che avremmo sperato di ascoltare? Forse nell'aver raggiungo un adeguato compromesso sulle riforme in materia di giustizia e ridiscutere il tema delle intercettazioni? Ma davvero il tema delle intercettazioni ha impiegato parte dell'esiguo tempo a disposizione dei saggi per aiutare il Paese ad uscire da uno stallo storico e imbarazzante in cui, loro stessi e i loro compagni ci hanno gettato? Questo tramonto della seconda Repubblica cosi' lento ed agonizzante sta togliendo il fiato a tutti...a questo punto propongo di ridiscutere un tema morale che non e' stato ancora affrontato dai saggi, impegnati come erano nel fare il riassunto dell'Italia degli ultimi 15 anni: l'eutanasia. Tagliamo il respiro a questa gente agonizzante, se con l'ultimo fiato in corpo non esprime altro che banalita' o pochezza controproducenti. 


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