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Astronomo, sommelier, appassionato di montagna e di videogames, quando posso mi diverto a parlare e discutere di politica.

"Caminante, no hay camino, se hace camino al andar"

sabato 28 aprile 2012

Benito Mussolini, morto.

67 anni fa moriva Benito Mussolini. Gli anni passano in fretta e la memoria storica va mantenuta sempre viva, ricordi offuscati alimentano altrimenti futili miti, o peggio ancora pericolose nostalgie. 


Non c'e' nulla di più' grave per un popolo che dimenticare la propria storia. Un popolo senza storia e' un popolo senza radici, senza insegnamenti che permette agli uomini più' meschini di agire liberamente senza la forza di debellarli. La nostra storia comune e' l'arma per debellare il fango in cui siamo immersi in questi giorni. Padri fondatori, partigiani e non solo, hanno speso la vita per combattere quella dittatura. E non erto per consegnare il paese in mano a mafiosi, puttanieri e secessionisti. 


Per non dimenticare,  discorso in difesa della razza che Mussolini proclamo' a Trieste nel 1938. Piccolo frammento di un lungo, difficile ventennio.







mercoledì 25 aprile 2012

Nepotismo (anche) nel mondo della scienza


Nepotismo (anche) nel mondo della scienza: http://www.repubblica.it/scienze/2012/04/25/news/agenzia_spaziale_italiana-33910877/

Non mi dilungo oltre poche, sporadiche, sentite battute.

A) In Italia abbiamo pochissimi soldi per fare ricerca.

B) Quei pochi vengono manipolati da un gruppo di persone di dubbio spessore e qualità' scientifica.

C) Dottorandi e post-doc non hanno soldi per arrivare a fine mese, e il loro lavoro spesso si riduce ad eseguire le direttive, senza possibilità' di discussione o confronto (ricerca?).

D) Noi non vorremmo andar via dall'Italia, ma voi ci cacciate senza porvi il problema che noi, una vita, in qualche modo, ce la ricostruiremo. Voi continuerete a nuotare nella vostra piccolezza di scelte e di lungimiranza, sperando che a breve la pagherete. Per tutto e per tutti. Con buona pace del prestigio del ruolo che indebitamente ricoprite.


martedì 3 aprile 2012

La vicende Belsito fa male a tutti, non solo ai leghisti


La notizia del giorno e' sicuramente la bufera in casa del Carroccio, le accuse di truffa ai danni del tesoriere Francesco Belsito, culminate (al momento) con le sue dimissioni.
Io volevo pero' porre in particolare l'accento sul alcune delle parole di Maroni. Cito testualmente Maroni: "È il momento di cogliere l'occasione di fare pulizia, perché queste cose fanno male alla Lega e ai suoi militanti".
Queste parole sono state riprese anche dal sindaco di Varese, Attilio Fontana, intervistato da Corradino Minneo. Ecco, queste sono parole molto gravi.  Io non sono leghista. E sono molto, molto preoccupato di vedere atteggiamenti di questo genere da parte di un tesoriere di un partito. E queste cose fanno male anche a me, se penso che costui era il tesoriere di un partito di maggioranza, e quindi di governo, e di conseguenza, volente o nolente, anche mio.

 Io credo che il problema vero e' che queste cose fanno male all'Italia. Agli Italiani onesti. A tutti noi. Questo va sottolineato, sempre. Ccapisco il momento particolare, a pochi mesi dalle elezioni. Non mi stupiscono le parole dette dai dirigenti legisti. Mi preoccupa pero' che nessun giornalista abbia pesato a dovere queste parole, e sottolineato la gravita' di queste espressioni, concentrandosi invece sulla necessita' di tranquillizzare i fan leghisti. Vorrei sentire un giornale che esprima il malessere che proviamo tutti quanti, per quanto accaduto. Sperando di fare chiarezza quanto prima. Grazie.

domenica 1 aprile 2012

Le ramificazioni miliardarie dell'affare F-35 e la necessaria lotta al populismo


Ricostruire la storia delle commesse degli F-35, per  non addetti ai lavori, e' pressoche' impossibile. Una buona sintesi si trova in questo articolo (http://www.investireoggi.it/news/f-35-inizio-della-storia-chi-decise-di-comprare/) che ripercorre alcune delle tappe del percorso dalla sua origine, datata 1993 (governo Clinton in USA), alle prime approvazioni in Italia (1997, governo Prodi). E' proprio questa complessita' che pero' rende necessaria una autentica riflessione sul problema degli investimenti in spese militari, in
particolare in tempi di crisi dove si rischia di scadere in facili, troppo facili espressioni populiste del tipo: 'investire in spese militari e' inutile, fuori l'Italia dal programma F-35'.

Se fosse stato tutto cosi semplice, non avremmo piu' avuto guerre, da anni.

Sono stanco del populismo, di destra ma, sopratutto, della nuova, presunta sinistra. Sono stanco del dire no a ragioni ovvie, oserei dire quasi 'cristiane'. Sfido chiunque a dire che investire miliardi in caccia bombardieri e missili a lungo raggio assicuri un futuro di pace e stabilita' per tutti.

Vorrei alimentare un dibattito che si spostasse, finalmente, in proposte, costruttive, alternative.
Ed arriviamo agli F-35. L' Italia e' partner di "secondo livello", e come tale ha gia' investito piu' di un
miliardo di euro in ricerca e sviluppo dei prototipi (circa il 5% del totale), assicurando peraltro un acquisto sostanzioso del numero di velivoli che la ditta appaltatrice, la Lockheed Martin, produrra' a regime. I famosi 135 caccia, poi ridotti a 90 dal ministro Di Paola in linea con le scelte del governo USA di tagliare 131 velivoli (sui circa 400 previsti inizialmente). Il tutto a fronte della crisi e delle enormi spese
 non previste del progetto, chea causa di difetti e ritardi sta lievitando ed e' gia' piu' che raddoppiato.

 Ma questo non basta ancora, e ci sono due aspetti cavalcati da chi e' contro questo progetto, di assoluta,
 apparente agguingo io, rilevanza:

1) Seguire l'esempio della Norvegia o della Danimarca, che si sono svincolate (o si stanno per) dal progetto,
dimostrando che ne possiamo uscire, e di dire no allo strapotere USA.

2) Il contratto degli F-35 non prevede penali per la sua rescissione, previo avviso preventivo di 90
giorni (come dichiara Luigi Bobbia, Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, PD).

Beh, non ho piu' voglia di populismo:

1) Sia Norvegia che Danimarca sono partner di "terzo livello", e la differenza non e'
solo nominale. Come tali, hanno investito meno dell'1% (rispettivamente 122 e 110 milioni di $), e
hanno un peso realtivo nelle scelte. L'Italia e' di fatto il terzo finanziatore mondiale, dopo USA e
GUK, del progetto F-35. E, sebbene siamo tutti daccordo che il progetto non andava inizialmente finanziato, oggi e' questo lo stato dei fatti. E sul presente si deve ragionare.

2) E' vero, il contratto non prevede penali. Ma basta seguire una delle mille ramificazioni della ragnatela
di contratti in materia, per capire che l'F-35 NON e' un aereo astratto. Le commesse prevedono la costruzione  di alcune arti dell'aereo in Italia, a Cameri, vicino Novara. E' un appalto da centinaia di milioni,  assegnato a Finmeccanica. E qui escono alcune interessanti ramificazioni. Come per esempio, il contratto   appena stipulato da Alenia Aermacchi, una controllata di FinMeccanica, per vendere 30 caccia
  M346-Master a, pensate un po', Israele. E quale e' il legame tra questi due progetti? Beh, basti pensare,
  per esempio, che Israele acquistera' questi caccia, per una spesa compelssiva di diverse centinaia di milioni   di dollari, grazie ad un contributo del 25% del fondo US foreign military financing (FMF). Che, tradotto,  e' il fondo che gli USA mettono a disposizione come aiuti militari ai propri alleati. Ovviamente, il prezzo  dello scambio prevede anche che alcuni dei componenti degli M346 vengano prodotti in USA, ed ecco che quei  soldi (pubblici) che escono dagli USA, rientrano, puliti, in forma di commesse per aziende (private).
 
E questo e' solo una delle possibili ramificazioni, che la rete ci aiuta a rcostruire al prezzo di un pomeriggio di ricerche. E' sempre meno della mezzora di un telegiornale. Ma e' immensamente di piu' il ricavo che si ha in termini di presa di coscienza.

E veniamo quindi al passaggio successivo. Vogliamo davvero che l'Italia non investa piu' in questo folle progetto? Non serve a nulla dire 'no'. Serve andare da Finmeccanica. Con un PROGETTO ALTERNATIVO. Presentare una idea di industria avionica, orientata all'investimento in tecnologia a scopi CIVILI. Ma serve un progetto che permetta ai previsti 1000 dipendenti che verranno assunti da Finmeccanica a Cameri di avere comunuque quel lavoro. Altrimenti, il cieco no fine a se stesso rimarra' solo uno sfogo, che alla fine ci fa sentire un po' meglio. Ma che non cambia le cose. E non speriamo che siano i dirigenti Finmeccanica a fare questo, badate bene, loro sono dirigenti. Hanno interesse
che l'azienda funzioni. E, ora come ora, queste commesse la fanno funzionare. Non cambieremo queste persone. Le  dobbiamo sostituire. Costruiamo dal basso le idee che ci aspettiamo arrivino dall'alto. Chiediamo agli esperti, che   hanno a cuore 'un mondo diverso' e dicono che sia possibile, di investire tempo in un progetto alternativo. E  presentiamolo, a Finmeccanica cosi come al progetto Italia. Se questo porta ancora guadagni nelle tasche di una azienda,  e di tutte le affiliate le cui commissioni si ramificano, non c'e' ragione per non essere convincenti.
 
 Ma non possiamo, domani, cancellare il progetto F-35. Le ricadute a cascata avrebbero degli effetti devastanti su una  economia gia' fin troppo provata, e su tutti noi. Dobbiamo invece proporre, una alternativa valida. E far capire che l'alternativa la compreremmo e l'appoggeremmo, e ci lavoreremo su se necessario. Gli F-35 no. Ma l'alternativa semplicemente...non c'e'.

  Fino a che non vedro' quella, una risposta da parte mia, pacifista e rispettoso della Costituzione (e del suo articolo 11), non seguirò' nessuna voce populista e disfattista. Apriamo un tavolo, NOI che vogliamo qualcosa di diverso, e PROGETTIAMO.
 
Certo, questo implica impegno, tempo e deidizione, da parte di tutti. E non basta certo un pomeriggio in questo caso.
Ma vogliamo un mondo diverso, o NON vogliamo questo mondo, ed aspettare che qualcuno faccia qualcosa, ma oggi no,  domani forse, ma dopodomani sicuramente?